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Icone di stile: Inès de la Fressange

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Ines de la Fressange Coco Chanel, che sapeva che l’invidia era il primo passo del percorso verso le vendite, diceva sempre che pagava le modelle per rendere le donne invidiose. Parecchi anni dopo il suo successore, Karl Lagerfeld, ebbe il fiuto di andare oltre il sentimento dell’invidia scegliendo una modella in grado di rappresentare un ideale al quale le clienti della maison (e non solo) si ispirarono per un oltre un decennio.

In questa epoca in cui tutte viene fagocitato e dimenticato nell’arco di sole ventiquattro ore, viene una grande nostalgia nello scorgere le vecchie foto di Inès de la Fressange, emblema della maison Chanel negli ormai lontani anni ottanta. Anni che la videro trionfare non solo come modella di fama internazionale, ma anche come volto di una intera nazione: sue infatti furono per più di un decennio le sembianze della Marianne, simbolo della Francia. Simbolo a cui prestarono il volto anche due divine del cinema di oltralpe: Brigitte Bardot e Catherine Deneuve.

Una bellezza aristocratica quella di Ines. Una eleganza sussurrata che rifuggiva da ogni ostentazione, anni luce dunque dalle chiassose apparizioni dei nostri giorni, dalle Kate Moss di questo terzo millennio che strillano anche senza aprir bocca. Che ostentano anche se millantano inesistenti desideri di privacy. Sembra quasi di vederle sgomitare per una copertina. Per un posto in prima fila. Basta guardare una vecchia rivista di moda per restare invece incantati davanti alla semplicità, al garbo senza tempo di Inès de la Fressange.

Una classe chiara, decantata, scintillante come una coppa di Don Perignon, come le squisite uve delle sue tenute nel sud della Francia. Cresciuta in un’antica tenuta a poche miglia da Parigi tra querce secolari, ritratti di famiglia e guglie gotiche, figlia del conte de la Fressange e nipote della celebre Simone Jacquinot, erede della fortuna della Lazard Bank, Ines inizia a muovere i primi passi nel mondo della moda nei primi anni settanta, quando non aveva ancora diciotto anni.

Si impose subito per la sua bellezza bellezza delicata ma inconsueta che possedeva la stessa diginità di quella di Audrey Hepburn ma dotata di caratteristiche più esotiche per via dei lineamenti irregolari. Una bellezza che incantò subito due grandi come Oliviero Toscani e Thierry Mugler, anche se è poi l’istrionico Karl Lagerfeld che ne farà, fulmineo come un telegramma, la sua musa, consegnandola definitivamente al mito. Karl Lagerfeld fa di lei quello che anni prima David Bailey, il fotografo che ispirò il film di Antonioni Blow Up, fece di Twiggy. Nell’84 firma un contratto in esclusiva con Chanel diventando definitivamente la quintessenza della classe francese. Alta, magrissima, capelli neri corti, capace di solcare le pedane ridendo e scherzando. Una lezione per tante ragazze da passerella. L’esatto contrario delle modelle ampollose di quegli anni.

Nulla conta che siano passati quasi vent’anni o che la vita l’abbia colpita duramente negli affetti più cari, portandole via improvvisamente il marito, l’italianissimo Luigi d’Urso, il fascino di Ines giganteggia ancora. Ancora illumina quella ribalta sconclusionata e sempre a soqquadro che è la moda.

 

Ines de la Fressange ospite di Hypershow un programma di Canal+ nella puntata andata in onda il 19 settembre 2002

Ines de la Fressange testimonial del Pofumo Coco Chanel (1986)

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