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Moda etica: la nuova fibra ecosostenbile Myak

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fibra ecosostenibile myak

La moda etica è un argomento che sempre più spesso interessa le maison e i brand di abbigliamento attenti all’ambiente, alla provenienza e ai processi di lavorazione dei materiali, alla produzione dei capi.

Di recente Zara ha dichiarato di aver eliminato la lana d’angora di provenienza non certificata, già Gucci si è interessato di una nuova dimensione etica della moda e Stella McCarrtney ne ha fatto da tempo la filosofia fondante delle proprie creazioni.

La notizia di oggi riguarda una nuova fibra tessile ecosostenibile di ideazione italiana. Il progetto è di Paola Vanzo, imprenditrice italiana che insieme alla sua socia si propone di rispettare gli animali utilizzando una fibra naturale, lavorata senza intervenire sulla qualità della vita degli yak del Tibet da cui deriva.

I cuccioli di yak infatti perdono naturalmente il pelo duranre la fase di crescita perciò non è più necessario intervenire meccanicamente e con metodi spesso invasivi e non rispettosi degli animali. Il pelo viene semplicemente raccolto e non colorato per evitare un procedimento inquinante. I colori restano naturali e le fibre vengono lavorate senza procedimenti industriali che ne alterino le caratteristiche.

Nasce così il brand Myak che si fonda su un accordo con i nomadi tibetani che raccolgono e forniscono la fibra base, lavorata poi in Italia. Il design e il marchio restano invece americani. I costi sono molto alti ma è alta anche la qualità del prodotto finito che, insieme all’attenzione all’ambiente, rende comunque questo nuovo progetto molto interessante.

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