Le zeppe sono state riammesse nell’orizzonte stilistico di tutte noi ormai da diversi anni, dopo i primi timidi tentativi di tornare in voga cassati senza appello con giudizi molto netti e decisamente negativi.
Piano piano abbiamo concesso uno spiraglio, abbiamo ripreso confidenza col modello, abbiamo accolto le prime rivistazioni in chiave moderna. Ci riprova anche Pierre Hardy che riprende forme anni Sessanta molto spinte.
Sono assai vicine a quelle che venivano definite zatteroni, con linee massicce che però non influiscono negativamente sul risultato, anzi ce lo rendono più interessante: nessuna timidezza, questi sandali sono sfacciati.
Lo sono nelle forme e nei volumi ma restano discreti, controbilanciando l’insieme, nei colori e nella lavorazione. Il corpo delle scarpe è rivestito di juta intrecciata secondo tecniche tradizionali prese a prestito dalla lavorazione artigianale dei cestini. Un profilo di pelle nera contiene e definisce questa lavorazione, declinata in colore naturale e nero.
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