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Gothic Lolita: la metropoli giapponese e le sue folli tendenze modaiole

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Tra le affollate strade di Tokio capita di imbattersi in gruppi di ragazze che ricordano bambole di porcellana in stile vittoriano, vestite di pizzi e merletti con tanto di ombrellino parasole in stile ottocento. E’ l’ennesima follia del japanese street fashion: lo stile Gothic Lolita. Con questo termine, in giapponese Goshikku Roriita, si indica una tipologia di ragazze che fanno tendenza con un abbigliamento neoromantico e un po’ kitsch che punta su uno stile ingenuo e infantile e che affonda le sue radici nel panorama musicale datato anni 90.

E’ proprio alla fine di quegli anni che in Giappone, Mana, chitarrista della band rock/metal dei Malice Mizer consacra il trend, presentandosi nelle sue esibizioni vestito di pizzi, merletti e velluto in un trionfo di eleganza vintage, ispirata alle vecchie bambole vittoriane. L’eccentrico artista diceva di voler vedere il mondo attraverso gli occhi di una bambola per far sì che la realtà apparisse migliore. La tendenza non tardò a diffondersi tra i fans, che un po’ per gioco, un po’ per protesta verso la rigida cultura nipponica fatta di dogmi e oppressivi divieti, adottarono lo stile ed elessero il musicista icona di quello che venne ribattezzato con il nome di Gothic Lolita style.

Come in ogni cultura giovanile, esistono diverse tipologie che si differenziano per dettagli e sfumature che ne caratterizzano lo stile e che traggono ispirazione oltre che dall’ influenza musicale anche dal mondo dei personaggi Manga e degli anime.

Classic Gothic Lolita: prediligono il colore nero e tonalità cupe come il rosso e il viola. Il trucco è molto marcato e solitamente i capelli sono neri. L’abito preferito è lungo di stile vittoriano, con il corsetto stretto pomposamente decorato con nastri di raso e pizzi. Accessori principali sono le borse capienti e il parasole ricamato.

Elegant Gothic Lolita: più romantiche e leziose, il loro abbigliamento è prevalentemente nelle tonalità pastello e lo stesso vale per il make-up soprattutto nei toni del rosa e del bianco. L’abito preferito è una sorta di baby doll sotto il ginocchio. Le gambe sono coperte da calzettoni di cotone con trine in stile baby. Amano accessori retrò come le cuffiette, pochette bonton e orsacchiotti di pezza. Questo stile viene anche definito “Alice” per la sua affinità con il celebre personaggio fiabesco di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Kodona: nonostante sia nato come abbigliamento prevalentemente femminile, il fenomeno ha contagiato anche i ragazzi che per accompagnare fidanzate e amiche vestite in stile hanno scelto di ispirarsi all’abbigliamento degli uomini di epoca vittoriana. Con pantaloni al ginocchio e camicie con vaporosi colletti e ruches, bretelle e calzettoni stretti da lacci decorati

Aristocratic Gothic Lolita: E’ l’evoluzione del Kodona style ed è destinato ad un pubblico unisex con un abbigliamento più raffinato ed elegante. I colori dominanti sono il nero, il rosso e il bianco. Prediligono pantaloni e gonne dalla linea attillata e semplice, un make up scuro sia per uomini che per donne e gli accessori principali sono i cappelli di foggia rigida e le cravatte.

Un vero e proprio mercato a parte quello dell’abbigliamento delle Gothic Lolita che conta firme e brand specifiche del settore. Inizialmente la pratica prevedeva la completa autoproduzione del proprio vestiario, ma oggi le appassionate del genere in Giappone non perdono un numero della rivista “Gothic Lolita Bible” dove è possibile conoscere le nuove collezioni dei designers e le novità del settore. Tra i marchi più noti, il delizioso stile baby di Angelic Pretty, il brand Moi-même-Moitié, – il più famoso in Giappone perchè lanciato nel 1999 dal chitarrista Mana- e, infine, la griffe Victoria Maiden che realizza, oltre ad abiti e accessori, anche oggetti di arredamento in stile vittoriano.

In Occidente e soprattutto qui in Italia, non si può ancora parlare del dilagare del fenomeno al pari del Giappone, ma sono tanti i giovani che si avvicinano a questo stile organizzando raduni e contest.

Foto da: TrashQueen

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