Come si fa la Petite Malle di Louis Vuitton

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Sin dalla sua fondazione, nell’ormai lontano 1854, la maison francese Louis Vuitton ha continuato a seguire tecniche costruttive artigianali, le stesse che davano vita ai suoi bauli da viaggio degli esordi. E dopotutto la Petite Malle cos’è se non la rivisitazione del baule in dimensioni tanto piccole da farsi borsetta?

Oggi scopriamo proprio come nasce la Petite Malle, interamente fatta a mano dalla struttura di base fino a ogni più minuto dettaglio. La lavorazione, nonostante il passare delle mode, è rimasta intatta per oltre 150 anni.

A reimmaginare la tradizione del baule è stato Nicolas Ghesquière che ha deciso di ridargli vita con la clutch Petite Malle. Una clutch, sì, ma si declina anche come tracolla ed è la quintessenza della storia della maison trasformata in versione contemporanea. Stagione dopo stagione è stata rivisitata in materiali, colori e dettagli diversi.

È il laboratorio di Ducey in Francia a creare queste delizie di pelletteria per cui serve un team di 30 persone dedicate a costruire un’unica borsa. Ciascun pezzo parte dalla struttura di legno, passa all’applicazione del rivestimento di cotone, all’aggiunta di fissaggi, al rivestimento esterno in pelle o tessuto, alla rifinitura con elementi di chiusura, rivetti e agganci per la tracolla.

Tutto è eseguito a mano e ogni borsa, a seconda del materiale o dei dettagli dello specifico modello, richiede oltre 200 fasi. Sì, perché di fatto non è che una riproduzione in miniatura del classico baule. E sono necessarie la stessa cura, la medesima precisione.

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