Il traforo è la cifra di Alaïa e sulle ballerine Vienne si fa subito riconoscere. Disegnate con precisione architettonica, sembrano scolpite più che cucite. La pelle scamosciata nella colorazione brun foncé accentua l’effetto scultura, con riflessi profondi e vellutati che cambiano sotto la luce. Sembra nero, ma non è.
Il profilo è essenziale, ma studiato al millimetro. La punta leggermente arrotondata, che sembra volersi squadare, spezza la simmetria della tomaia, mentre la suola in gomma e la soletta in pelle assicurano flessibilità e comfort. Ogni linea è pensata per accompagnare il piede con discrezione, mantenendo una struttura rigorosa ma non rigida. È una ballerina, ma non la solita, ormai abbiamo imparato a riconoscerla.
Via il bon ton, il tratto Alaïa le rende oggetti di design da portare ai piedi. Sono funzionali, certo, ma con lo stesso rigore estetico di un abito su misura. Hanno qualcosa di grafico, quasi ipnotico, che si fa notare sia sotto un jeans che con un completo sartoriale.
Con pantaloni ampi o gonne dritte, lavorano per sottrazione, il loro terreno ideale resta quello dell’eleganza intuitiva, senza chiasso, con un approccio sofisticato. Non chiedono attenzioni, ma le ricevono comunque.
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