Safa Sahin, il serpente e l’anfora

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Un serpente che circonda la caviglia e ricorda ascendenze bibliche e storie peccaminose ma anche una lunghissima teoria di riferimenti letterari nel corso dei secoli. Si aggiunge un’anfora che si trasforma in tacco. Nasce così il nuovo stivaletto di Safa Sahin.

Tutte le creazioni del marchio nascono per stupire e spesso si tratta di scarpe più adatte ad essere esposte come sculture che ad essere calzate, anche se nelle ultime stagioni la tendenza è stata quella di rendere più portabili le scarpe delle collezioni pur senza rinunciare al tocco scultoreo e artistico.

Anche questi stivaletti appartengono a questo filone perché la struttura di base, anche se profondamente modificata da dettagli tanto appariscenti, resta questa di un ankle boot tradizionale, almeno nella concezione del modello.

La punta stondata, il tacco alto, la tomaia accollata in suede nero fanno di questa scarpa un modello assolutamente basico. Se non fosse per i dettagli, appunto. Un lavoro di trafori sulla parte superiore della scarpa e sul tallone lascia il posto alle spire di un serpente. Il tacco, come si diceva, è un elemento scultoreo che rimanda ad altri mondi, altre epoche, altre suggestioni.

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